di Davide Amerio
L’atteggiamento della maggioranza di coloro che si definiscono oggi “Antifascista” tarda a riconoscere nella gestione della Pandemia da Covid i prodromi di un sistema autoritario che utilizza la paura per veicolare restrizioni anticostituzionali come il Green Pass.
Nel 1924 circa 130 deputati dell’opposizione al governo fascista di Benito Mussolini, si ritirarono dai lavori parlamentari in segno di protesta, contro il governo. Una fase delicata che seguiva l’omicidio efferato di Giacomo Matteotti, di cui Mussolini, e i Fascisti, erano mandanti ed esecutori. La storia ci racconta che quel momento di crisi fu superato dal Duce, grazie alla complicità del Re, e che l’Aventino, ovvero la rinuncia a combattere nell’arena parlamentare i fascisti eletti con il “Listone” di Mussolini, consentì al Fascismo di consolidarsi e assumere il potere definitivo nel Parlamento e nel paese.
A molti pare eccessivo il confronto del tempo attuale, delle imposizioni “democratiche” del “governo dei migliori” (e del precedente di Conte) per far fronte all’epidemia, con quello di allora. Ma ciò avviene se si parte dal presupposto fallace che il “Fascismo”, o in generale l’autoritarismo, si presenti sempre con lo stesso volto, con gli stessi mezzi e metodi.
Così come il liberismo, non a caso compagno di merende del fascismo, ha transumato se stesso evolvendo da una forma di mera accumulazione di capitale in una organizzazione globale finanziaria – gestita da una organizzata élite,- avulsa dalla realtà economica reale dei territori e delle persone, così le forme autoritarie, nella parte dei paesi dove ha assunto la connotazione di “neoliberismo”, si sono abilmente trasformate in forme di soft power.
Chi si attende che la manifestazione del Regime sia ancora quella del ventennio, si sbaglia di grosso. A meno di abboccare a quelle forme organizzate, prevedibili, e progettate con la compiacenza dei poteri costituiti, di violenze nelle manifestazioni; come fu quella di Roma, durante la quale si permise a fascisti noti e arcinoti, già condannati, di condurre un gruppo di loro pari nell’assalto ignobile alla sede della CGIL.
La compiacenza di questa forma di autoritarismo non giunge più dal Re, ma da quell’alta percentuale di informazione mediatica servile, dedita non più al controllo del potere, ma a costituirne piuttosto il fedele cane da compagnia o da riporto.
Qui non si tratta di negare il Virus, la validità delle vaccinazioni, la drammaticità delle morti, la Scienza: la questione concerne l’uso politico strategico di tutto questo per altre finalità che nulla hanno a che fare con la salute e la sanità pubblica.
La Scienza eletta a fede o dogma è la negazione della Scienza stessa. Ma ciò avviene non in virtù di un convincimento intellettuale, bensì per un mero calcolo economico. Chi pensa alla Scienza come se vivessimo ancora negli anni ’80, non ha compreso la trasformazione avvenuta (sopratutto in ambito sanitario). Siamo oltre il concetto di multinazionale: le aziende farmaceutiche sono diventate delle pedine, sono le multinazionali finanziarie che ne possiedono le azioni e che possono condizionare il loro agire, sempre nell’ottica della massimizzazione del profitto, a essere i veri “padroni del vapore”.
Questo è avvenuto, come spiegato da alcuni esperti, nel momento in cui lo Stato ha abdicato (o meglio è stato costretto ad abdicare dalla pressione neoliberista) al controllo, al finanziamento, delle case farmaceutiche, e in generale della ricerca, lasciandole in pasto al sistema finanziario; rinunciando così a una delle primarie funzioni della nostra Costituzione per quanto concerne la Sanità pubblica.
Se si mettono in fila tutte le contraddizioni che in questi due anni si sono palesate nelle dichiarazioni, e nelle azioni, della politica, sempre attraverso il megafono di una informazione parziale e a senso unico, non è difficile scorgere come esista “del marcio in Danimarca” (cit). Angosciati da una paura legittima, e sapientemente alimentata dal sistema media-governo, molti di coloro che sono pronti alle barricate allo stormir di fronda di un pirla fascista qualunque, non riescono a riconoscere il sistema autoritario sofisticato che gli hanno sbattuto proprio sotto il naso.
Il Green Pass è lo strumento basico di questa forma di autoritarismo cui si dovrebbero ribellare tutti coloro che hanno a cuore i principi del Liberalismo (non del neoliberismo) che, giova ricordare, è la seconda colonna portante della Repubblica Italiana, poiché essa si fonda su una Democrazia Liberale, e non già semplicemente in una democrazia, in cui l’unico pensiero accettabile è quello della maggioranza. Una rilettura del filosofo Bobbio (es Liberalismo e Democrazia) sarebbe quanto mai utile.
L’emarginazione sociale, le menzogne sulla validità dei vaccini (dalla sperimentazione alla loro efficacia), la negazione delle cure domiciliari, la pressione indebita (quando non il ricatto o l’espulsione) dei sanitari che hanno posto questioni e dubbi, la mancanza di un piano strategico pandemico, la debolezza del sistema sanitario seguita da anni di “austerità espansiva” voluta dall’Unione Europea, i protocolli che ignorano cure alternative e gli scienziati “dissidenti”, l’etichettatura dei dissidenti come “no vax”, la loro squalificazione morale, il tentativo di bloccare le manifestazioni, i Daspo a gente pacifica (mentre i fascisti circolano liberamente), e ancora tutti i profili di incostituzionalità del Green Pass, la contraddizione tra la sua durata e l’efficacia dei vaccini, le menzogne svelate (ma poi spacciate per fake) sui reali numeri dei decessi da Covid (e non con Covid), le modalità di computazione statistica delle persone infettate, l’obbligo di pagare per dover lavorare e circolare liberamente, e tanto, tanto altro, non possono che far sorgere, in una mente libera e scevra da posizioni preconcette, ideologiche o di convenienza…che qualcosa non funziona più in questa malata democrazia!
Ecco, qualche dubbio, magari incominciate a farvelo venire, se volete davvero ancora dichiararvi antifascisti.
Ti è piaciuto questo articolo? condividilo con i tuoi amici !!!
Associazione Articolo Tre
Commenta per primo